Gli stereotipi sulle persone “chiuse”, introverse, hikikomori.

Ancora oggi capita spesso di leggere o ascoltare nei tg, delle notizie di cronaca dove l’autore di un misfatto viene definito “chiuso”, isolato, introverso, senza amici.

Questi sono sempre stati condizionamenti culturali e stereotipi della società, che persistono ancora oggi; la persona “chiusa “, isolata, emarginata, o che vive reclusa in casa come gli hikikomori, viene associata all’antisociale, alla malattia mentale, al misantropo che odia tutti.

Ovviamente chiunque può avere una malattia mentale, un disturbo della personalità, chiunque può diventare violento o commettere crimini, ma è sbagliato ed infondato vedere queste persone come antisociali o come potenziali criminali.

Sicuramente ci sono dei casi in cui l’autore del crimine fra le caratteristiche che aveva era anche disagiato, isolato, emarginato, o appariva come una persona “chiusa”, ma i motivi per cui ha commesso il fatto saranno stati altri e non dipendevano dalla sua natura introversa o da una condizione di hikikomori, tranne se appunto non avesse altri problemi oltre a queste caratteristiche.

L’essere introversi, o chiusi o vivere una condizione di solitudine non significa essere dei violenti, dei potenziali criminali, o dei misantropi antisociali che odiano la gente, ma spesso è proprio il contrario, sono cioè queste persone ad essere oggetto di violenze, abusi, maltrattamenti, bullismo, calunnie, pregiudizi, ricatti morali che magari le hanno portate a chiudersi in se stesse, ad isolarsi dal mondo ed a sviluppare ansia o fobia sociale.

Spesso infatti queste persone, hanno grandi qualità, sono intelligenti, sensibili, idealiste ed innocue, possono anche essere vulnerabili ed avere un animo delicato e non sono elemento di disturbo per nessuno, ma hanno solo difficoltà a relazionarsi agli altri o ad inserirsi nella società, a credere in se stesse, perché magari non hanno avuto una famiglia che le abbia sostenute e abbia insegnato loro le competenze sociali.

In genere sono persone che detestano i conflitti e li evitano, per questo non possono avere a che fare con gente litigiosa e attaccabrighe.

A volte queste persone soffrono del fatto di avere in famiglia dei soggetti che sono dei veri e propri elementi di disturbo, come per esempio personalità narcisiste, manipolatorie, psicopatiche e violente, di cui loro sono ovviamente le vittime preferite e data la loro condizione di vulnerabilità, risentono particolarmente del comportamento di questi soggetti.

Il mondo infatti è pieno di persone apparentemente normali, positive, espansive, inserite nella società e nell’ambiente del lavoro, che in realtà hanno gravi disturbi di personalità, del comportamento, dell’esame di realtà, ma questa parte malata di sé la esprimono nella vita privata, con le persone a loro sottoposte e le persone chiuse o introverse o che hanno problemi di relazione, sono spesso prese di mira da questi soggetti.

Ci sono casi in cui gli stessi familiari di queste persone disagiate le possono calunniare e far passare per violente o cattive, quando in realtà sono proprio i familiari a mettere in atto nei loro confronti comportamenti di abuso o maltrattamento, approfittando del fatto che non possono difendersi o che non sono credibili e sfruttando proprio gli stereotipi ed i condizionamenti culturali che ci sono in società.

Anche fuori dalla famiglia possono essere oggetto di bullismo, per esempio a scuola, perché nel momento in cui la gente capisce che queste persone sono sole, che neanche i familiari le difendono e sono i primi a ritenerle sbagliate ed a bullizzarle, sfruttano la situazione e ne approfittano per maltrattarle, perché tanto sanno che loro non diranno niente e anche se lo dicessero nessuno le prenderebbe sul serio o le proteggerebbe, nessuno convalida le loro parole, le loro emozioni, le loro percezioni.

Bisogna stare attenti a come ci si esprime quando si parla di certe cose, non diffondere pregiudizi, idee sbagliate, stereotipi su alcune categorie di persone, non stigmatizzarle, perché basta poco per confondere le idee alla gente ed istigare culture dell’odio, dando così la possibilità alle vere personalità antisociali di deresponsabilizzarsi, usando persone innocue come capri espiatori, rendendole sempre più isolate e vulnerabili, quando hanno già i loro problemi.

Bisogna valutare obiettivamente le situazioni caso per caso, non generalizzare, non dare le cose per scontate, perché a volte le cose non sono come appaiono e chi viene dipinto come problematico o disagiato, in realtà può essere la vittima, la persona che subisce un vero e proprio accanimento persecutorio, perché se una persona è vista per partito preso come quella che ha qualcosa che non va, se viene marchiata ingiustamente, chiunque può farle qualunque ingiustizia e si farà passare sempre questa persona come colpevole, perché nei suoi confronti si è già prevenuti ed essendo che è vista come problematica, chiunque può sfruttare la situazione, maltrattarla e poi darle la colpa.

Si può essere introversi, timidi, con difficoltà di relazione, isolati, chiusi in casa, hikikomori, ma questo non vuol necessariamente dire essere malati di mente, violenti, molesti, aggressivi o pericolosi per gli altri e chi sfrutta la condizione di queste persone per farle passare per ciò che non sono deve essere punito, perché è una forma di abuso estremo, nonché di vigliaccheria.

Delia Martyn  – 2021 – Tutti i diritti riservati.

 

Pubblicato da introversadoc

Sono Delia, mi occupo di teatro e scrittura. Amo la musica, il cinema, il teatro, la psicologia. Sono una persona introversa e sull'argomento ho scritto anche un libro in versione ebook e cartacea.