Il potere che si dà alle persone sbagliate.

Le persone sane e oneste se hanno qualche forma di potere la mettono a disposizione degli altri, la usano per migliorare la propria vita e quella altrui e per contrastare le ingiustizie e tutto quello che non va.

Per fare tutto ciò bisogna avere autorevolezza ed averla acquisita nel corso di una graduale crescita emotiva.

Coloro che invece non hanno raggiunto nessuna maturità emotiva, che non hanno spessore e niente di buono da trasmettere agli altri, in qualunque contesto se hanno un minimo di potere, ne approfittano subito e ne abusano a spese dei loro subordinati.

Non essendo all’altezza di quel potere, pensano che le regole valgano solo per gli altri, che possano permettersi tutto ed assoggettare chi non può tener loro testa.

Questi tipi vorrebbero essere delle autorità, in realtà riescono solo ad essere prepotenti ed a comportarsi come i bulli della scuola elementare. Non fanno nulla di buono se non avere atteggiamenti persecutori nei confronti di quelli che giudicano “deboli”.

Per queste persone infatti il potere è un modo per aumentare l’ego e convalidano la loro immagine solo attraverso esso.

Il potere è uno strumento pericolosissimo in mano alle persone sbagliate. Il problema è che spesso è chi sta intorno a loro a concederglielo. Molti non sanno ancora distinguere i veri buoni dai cattivi, gli idealisti che vorrebbero usare il potere in modo sano per rendere il mondo migliore, da coloro che ostentano falsa autorevolezza, che sono vuoti e provano gusto soltanto a sottomettere il prossimo.

Anche nel momento in cui fanno abusi, spesso è la vittima che inconsapevolmente dà loro gli strumenti per poterla abusare, facendo capire quali sono i suoi punti deboli su cui possono far leva. Anche questo è un modo per concedere potere. Ma a volte la vittima dà potere al suo carnefice anche nella propria mente, alimentando la sofferenza e rimanendo così emotivamente legata a lui.

Così come in politica o nelle istituzioni, anche nelle piccole comunità si può dare potere alle persone sbagliate. Spesso i prepotenti manipolatori sono circondati da un gregge di pecore, senza personalità, senza spina dorsale, senza senso critico, che hanno bisogno di un capobranco, un po’ come nelle vecchie piccole comunità di una volta, dove la gente analfabeta, senza alcuna cultura o informazione, aveva bisogno di una specie di “santone”, un individuo da cui si dipendeva mentalmente, che si ammantava di saggezza e da cui ci si faceva manovrare, che altro non era che un burattinaio senza alcuna capacità né qualità, che era assetato di potere e voleva mettere in atto tutti i comportamenti che gliene davano, ma essendo che mancava la sostanza, ciò che veniva fuori era solo una personalità malsana, prevaricatoria, che faceva soffrire e creava danni e che abusava proprio dell’inconsapevolezza di chi gli stava intorno, perché già questo era per lui una grande fonte di potere.

In alcuni contesti c’è ancora residuo di queste mentalità ed a farne le spese sono sempre le persone migliori che meno si amalgamano a certi ambienti e che non tollerano certi modi di fare. Sono queste persone che subiranno un accanimento persecutorio da parte del “santone” di turno e del relativo gregge di pecore; l’assetato di potere cerca l’approvazione e la convalida degli altri, chiunque non gliela concederà sarà un nemico da combattere e lui farà di tutto per infangare la sua vittima.

Il gregge di pecore a questo punto sarà ovviamente dalla sua parte, anziché stare dalla parte della vera persona onesta e di buon senso, per cui gli darà potere che lui userà come una droga e con cui danneggera’ sempre di più sia se stesso che gli altri.

Questi tipi infatti hanno un’influenza negativa su chiunque e nel momento in cui assoggettano gli altri al proprio volere e al proprio modo di pensare, si comincia ad assomigliare a loro e perciò a cambiare in peggio. Le uniche armi che hanno per conquistarsi il potere sono gli inganni e la manipolazione e con queste armi possono conquistare solo chi non ha autonomia di giudizio, non certo le persone vere e di spessore a cui non importa nulla delle apparenze.

I veri leader sono quelli a cui non interessa il potere per comandare o abusarne, non lo usano per fare del male o per manipolare, né per compensare complessi di inferiorità o sensi di inadeguatezza o per motivi egoistici.

I veri leader sono gli idealisti, quelli veramente interessati a combattere le ingiustizie, a far trionfare la verità, a difendere i deboli e far punire chi si approfitta di loro.

È a queste persone che bisogna concederlo, perché loro possono migliorare il mondo, senza alcun secondo fine.

Ai capibranco il potere bisogna toglierlo, perché ne avrebbero molto meno senza un ambiente intorno che li asseconda e che regge il loro gioco, che non crede più alla loro finta bontà o alle loro presunte ed inesistenti capacità. Senza dare potere a queste persone chiunque può crescere e diventare mentalmente indipendente.

Ma bisogna essere prima di tutto capaci di distinguere i veri buoni dai cattivi, i veri capaci dagli incapaci, senza alcuno stereotipo o condizionamento culturale che queste persone spesso usano contro gli altri.

Perché in molti casi certe persone il potere ce l’hanno perché in un modo o nell’altro glielo diamo noi.

Delia Martyn – 2020 – Tutti i diritti riservati.

 

 

 

 

Pubblicato da introversadoc

Sono Delia, mi occupo di teatro e scrittura. Amo la musica, il cinema, il teatro, la psicologia. Sono una persona introversa e sull'argomento ho scritto anche un libro in versione ebook e cartacea.

2 Risposte a “Il potere che si dà alle persone sbagliate.”

  1. Interessante spunto, come sempre. È chiaro che sono considerazioni nate da esperienze vissute. Chi ha capacità di osservazione con spirito critico, le nota e prova disgusto. Non bisogna necessariamente essere “vittime” per appurarlo.
    Un esempio lampante contemporaneo c’è l’abbiamo con Salvini. Ma ce ne sono tanti. Ma a me quelli che fanno specie sono quelli che si vendicano in modo subdolo, che scavano all’oscuro, che agiscono silenziosi e che ti colpiscono mortalmente come il cancro…

    1. Si certo, basta avere un po’ di empatia, sensibilità, capacità critica e lungimiranza per capire certi meccanismi malsani, non tutti però riescono ad essere perspicaci, la stessa realtà può essere percepita in maniera diversa dalle persone.
      Per quel che riguarda certi abusi subiti o esperienze traumatiche, chi ha subito più o meno le stesse cose, capisce in modo più profondo l’effetto che hanno sulla psiche e sull’inconscio di una persona, rispetto a coloro che fortunatamente non hanno mai avuto esperienze dirette di questo genere.

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