Lettera ai narcisisti 2.

Caro narcisista, hai passato la vita a svalutarmi, denigrarmi, criticarmi, colpevolizzarmi, avevi il potere di farmi sentire una nullità, mi facevi valere due soldi, mi dipingevi non per come ero, ma per come mi consideravi tu.

Da come mi dipingevi dovevo avere tutti i difetti di questo mondo, non c’era niente di me che si potesse salvare, avrei dovuto essere un’inetta, una persona senza alcun valore, avevi sempre da ridire su tutto, sempre pronto a mettere in evidenza i miei presunti difetti, ad esagerarli ed a stroncare le mie qualità, come se non le avessi, perché tu quelle non le prendevi in considerazione.

Le tue non erano critiche costruttive, perché tu sai solo distruggere, spesso erano calunnie, non avevano fondamento, erano espressione della tua pochezza d’animo, della tua bassezza morale, della spazzatura che hai nell’animo. Facevano capire come non hai nessun rispetto per la persona umana, come non le dai alcun valore, quanto disprezzo hai per il debole. Eh già, il disprezzo per il debole, che è una forma di razzismo come tutte le altre.

Le tue offese, perché di questo si tratta, le facevi passare per cose necessarie, come se mi volessi fare addirittura del bene, e questa è una forma di manipolazione come tutte le altre. I miei presunti difetti in ogni caso, me li avresti creati tutti tu, perché hai il potere di tirare fuori il peggio degli altri. Con te una persona si istupidisce, diventa incapace anche di attraversare la strada da un lato all’altro.

Ma tu sei convinto che sia incapace per sua natura. I tuoi comportamenti non c’entrano mai. Non capisci che una persona rimarrà sempre incapace finché sarà nelle tue grinfie. Per sviluppare le sue capacità deve andare il più possibile lontano da te. E allora potrà fiorire.

Tu stai sempre lì a giudicare, perché questo ti dà potere, pero’ poi non vuoi essere giudicato da nessuno, figurati da una come me che consideri meno di zero. Eppure tu sei pieno di difetti, debolezze, comportamenti malsani che creano danni ad una persona, ma nessuno può farti capire che sbagli. Perché tu devi apparire perfetto e superiore, non si possono ribaltare i ruoli. Perché tu hai una reputazione da difendere e nessuno si può permettere di dirti che sbagli, che hai dei difetti, perché questo ti metterebbe in posizione di inferiorità. Io invece non ho una reputazione da difendere, non conto niente ai tuoi occhi, perciò devo stare sempre in posizione di inferiorità ed essere umiliata, chiunque si può permettere di giudicarmi.

Devi svalutare l’unica persona che vedi più debole di te, per compensare i tuoi complessi. Perché tu con i tuoi simili o con chi ha più potere di te, ti senti inferiore. Prendersela con il debole è sintomo di immaturità emotiva e cognitiva e se io fossi un uomo, magari un po’ bullo, oppure una che si sa o si può difendere, tu non ti permetteresti di trattarmi come mi tratti. Già, perché tu pensi di conquistarti il rispetto trattandomi male.

Ti dico una cosa: risparmia la fatica, perché io quelli come te non li rispettero’ mai, qualunque cattiveria tu mi faccia, perché è contro i miei princìpi rispettare i soggetti come te. Facciamo una cosa: quando tu tratterai chi è più forte di te e chi ti può far punire, con la stessa cattiveria con cui tratti me, allora avrai il mio rispetto. Finché te la prendi con persone come me, il mio rispetto non lo avrai mai.

Ma tu ti sei visto? Non sei proprio nella posizione per poter parlare, io non devo imparare niente da te, semmai tu devi imparare da me, a cominciare dall’educazione, dalla morale, dalla civiltà e dal rispetto per il prossimo. Denigrami quanto vuoi, tanto io rimango sempre quella che sono e tu rimani sempre quello che sei.

Certo io non ho la capacità che hai tu di fare discorsi di sostanza, di spessore, di avere grandi argomentazioni. In effetti i tuoi insulti, le tue bestemmie, il tuo turpiloquio, sono espressione di grande educazione e nobiltà d’animo e soprattutto di grande intelligenza. Che ci vuoi fare, io sono un tipo “terra terra”, parlo col cuore, coi sentimenti, cosa puoi saperne tu? Sai che ti dico? Non sono alla tua altezza, me ne farò una ragione, preferisco rimanere così come sono, con tutti i miei “difetti” e rinunciare ad essere perfetta come te.

Chi siete tu e tutti quelli come te per giudicarmi? Siete migliori di me? Sono un oggetto a vostra disposizione? Che diavolo ne sapete di me? Neanche mi vedete. Vedete solo i vostri deliri. Non vi piaccio? Chi se ne frega! Pero’ non dovete più darmi fastidio, perché non avete nessun diritto.

Delia Martyn – 2022 – Tutti i diritti riservati.


 

Pubblicato da introversadoc

Sono Delia, mi occupo di teatro e scrittura. Amo la musica, il cinema, il teatro, la psicologia. Sono una persona introversa e sull'argomento ho scritto anche un libro in versione ebook e cartacea.