L’ignoranza di sentimenti dei padri padroni.

Fra i motivi che portavano i padri padroni (e che in alcuni casi portano ancora oggi) ad essere sempre rabbiosi, nervosi, violenti ed a scaricarsi sui figli o sulla moglie, a parte la natura di base aggressiva o violenta di alcuni di loro, c’era la sottocultura del contesto ambientale dove avevano vissuto, l’ambiente patriarcale di una volta che insegnava soprattutto agli uomini a non mostrare emozioni, che non dava loro alcuna educazione sentimentale, che faceva credere che per farsi “rispettare” bisognava imporsi con l’arroganza e non mostrarsi deboli.

Questa mentalità li faceva essere ignoranti di sentimenti, privi di empatia ed incapaci di capire le emozioni degli altri.

Capitava che prendessero di mira un figlio in particolare, perché partivano dall’idea che il figlio dovesse corrispondere ai loro schemi ed alle loro aspettative, perché doveva servire ad aumentare il loro potere in società o realizzare quello che loro non erano riusciti a realizzare nella vita o pretendevano di decidere il percorso di vita di quel figlio, senza pensare a ciò che veramente desiderava lui.

Se il figlio non corrispondeva alle loro aspettative ma aveva una sua personalità, erano capaci di vedere il male o il patologico in quel figlio.
Se il figlio non aveva le capacità che interessavano a loro, questo voleva dire che non aveva nessuna capacità, perché si focalizzavano solo sulle sue “presunte” mancanze e non volevano vedere le sue qualità, quelle della sua personalità, perché magari a loro quelle qualità non interessavano e non servivano per ottenere le cose nella vita.

I maggiori conflitti infatti, li avevano con figli timidi, introversi, empatici, con una grande capacità di sentire e si accanivano in modo infantile ed irrazionale contro di loro.

In questi casi ci vorrebbe un bravo specialista che si rendesse conto della situazione e facesse capire a queste persone che il loro è un atteggiamento disfunzionale, perché i figli si accettano incondizionatamente ed è inutile accanirsi contro di loro se sono diversi, perché sono solo diversi dal genitore e questo non è un capriccio, né una mancanza di disciplina e non è qualcosa che può cambiare facendo loro del male o delle angherie.

Lo specialista cercherebbe di far perdere a questi soggetti le loro distorsioni cognitive e far capire che anche se il figlio è diverso, può avere lo stesso delle qualità, come l’intelligenza emotiva, l’onestà d’animo, la sensibilità, l’idealismo, che loro ovviamente non vogliono vedere.

Forse queste caratteristiche non servono nella vita per ottenere facilmente le cose materiali o per inserirsi in società, ma quelle poche persone che le hanno, possono guardarsi allo specchio ed essere fiere dì sé.

Magari otterranno poche cose, ci metteranno più tempo, ma a chi ha queste qualità non importa sgomitare, o fare i leccapiedi con le persone giuste o mostrarsi per ciò che non si è, preferisce rimanere fedele ai propri principi innati e questi genitori dovrebbero imparare queste qualità dai loro figli, invece di rimanere chiusi nelle proprie convinzioni e nel proprio orticello, perché è proprio questo che li rende così chiusi ed intolleranti, pieni di frustrazione e rancore.

Se solo imparassero ad apprezzare i figli per la loro personalità invece di far loro una guerra assurda, non solo diventerebbero persone migliori, ma tutto il clima della loro famiglia migliorerebbe.

Ma credo che con certi soggetti questo non potrà mai accadere, perché loro non vogliono la pace con i loro familiari e poi perché a volte hanno bisogno di attribuire un determinato ruolo ad una persona, perché questo permette loro di nascondere e non guardare le loro pochezze.

Non possono dire di essere talmente pieni di pochezze da non accettare un figlio incondizionatamente, meglio credere e far credere che il figlio sia sbagliato, così si creano un alibi per la loro cattiveria gratuita e possono nasconde la loro miseria a spese del figlio e poi possono fare anche le vittime che è una delle loro attività preferite. Dietro la loro arroganza c’è un piccolo “uomo” e un piccolo padre.

Delia Martyn – 2021 – Tutti i diritti riservati.

 

Pubblicato da introversadoc

Sono Delia, mi occupo di teatro e scrittura. Amo la musica, il cinema, il teatro, la psicologia. Sono una persona introversa e sull'argomento ho scritto anche un libro in versione ebook e cartacea.